Cara educatrice, caro educatore,
questo che hai fra le mani vuole essere uno strumento semplice e agile, utile alla condivisione
delle attività che abbiamo scelto per questo tempo di Avvento. Lo consegniamo alle tue mani
perché tu ne faccia spreco, non tesoro: spreco di tempo, di energie, di bene che passa nelle
relazioni con ciascun giovanissimo che ci si affida e che si fida. Anche in questo tempo, o forse
soprattutto ora, custodire le relazioni significa dialogo, ascolto, cura.
“Il rischio e le stelle” non è qualcosa in più da fare ne’ forse è da “fare” in senso stretto; non è
la necessaria sostituzione di un appuntamento diocesano cui, evidentemente, non è possibile
tener fede ne’ è una nuova forma di incontro giovanissimi.
Piuttosto, “Il rischio e le stelle” è la possibilità di stare dentro questo tempo che ci è dato di
vivere con tutta la fatica ma anche con tutta la grazia, pienamente. Dopo l’udienza del 2
settembre scorso, di nuovo Papa Francesco ha ricordato nel videomessaggio per i giovani
partecipanti a “The economy of Francesco” che “da una crisi mai si esce uguali”1; noi, allora,
vogliamo scegliere come uscirne, non vogliamo lasciarci travolgere. Vogliamo scegliere cosa –
in realtà, chi- custodire.
Ecco allora cosa vorrebbe essere “Il rischio e le stelle”: corresponsabilità, ascolto condiviso,
discernimento comunitario. Vorrebbe essere una estrema sintesi della capacità di reinventarsi
di fronte alle avversità a partire dal riconoscere che basta l’essenziale per un cammino di
senso: la Parola, le domande e qualcosa di in-utile, come l’arte.
In tutto ciò, noi già ci riconosciamo alla sequela, attuando quella dimensione dell’esperienza
associativa che costituisce un continuo e prezioso tirocinio per vivere l’esperienza della Chiesa al
di là dei confini, a volte angusti, della propria parrocchia […], sentendosi inseriti in una catena
ininterrotta di testimonianza e di santità”.
Annalisa, Gianmarco, don Giorgio e l’équipe diocesana del SG